Alessandra Gentile

Quando si parla di ASCOLTO e di come questo strumento sia il primo, più importante, da fare proprio per migliorare la nostra comunicazione le cose da dire sarebbero davvero tante. Si potrebbe partire dalla tecnica, o concentrarsi sui benefici concreti che ne possiamo trarre, o mostrare le diverse possibilità a cui ci permette di accedere. Ancora si potrebbe lavorare sugli ostacoli che si incontrano nel tentativo di padroneggiarlo, e da dove arrivino certi intoppi, oppure dedicarsi alle tecniche per migliorarlo, fino ad arrivare a come poter sfruttare le volte in cui non riusciamo ad ascoltare come guida e insegnamento per le volte future. La lista potrebbe essere infinita e forse cercare di comprimerla in un solo articolo risulterebbe un elenco freddo di punti che meritano ognuno un discorso e un tempo a parte. Collegati certo, ma degni di un certo protagonismo.

Mentre cercavo di organizzare i pensieri sul percorso che vorrei intraprendere è arrivato in mio aiuto un noto proverbio scritto dal librettista e poeta italiano Iacopo Badoer nel 1600:

“Un bel tacer mai scritto fu”

Cosa vi viene in mente, leggendo questa frase?

Anche qui, tra le tante riflessioni possibili, io credo che Badoer sia stato capace, in sole sei parole, di rappresentare al meglio la chiave che apre la porta della comunicazione efficace, a sua volta alla base di qualsiasi corso sulle competenze trasversali. Che io voglia migliorare il mio lavoro di squadra, abbracciare il cambiamento imparando a gestirlo, ragionare in ottica problem solving, padroneggiare la mia abilità di parlare in pubblico o di relazionarmi al cliente, magari con lo sguardo rivolto al concetto di leadership, dovrò sempre prima partire dal vero significato di comunicazione. Che potrà sembrare paradossale, ma passa proprio dal saper tacere, come prima cosa.

Saper tacere infatti è molto diverso e molto di più del semplice stare in silenzio, così come saper comunicare è molto diverso e molto di più del cominciare a parlare. Anche se spesso crediamo esattamente il contrario.

Quando impariamo a tacere, o meglio quando capiamo la ricchezza in comunicazione in senso ampio che ottengo tacendo, ecco che riesco ad ascoltare veramente, perché riesco finalmente a sentire attraverso tutti i sensi, e non solo l’udito, in che modo ricominciare a comunicare.

Tacere ci aiuta a:

  • darci un tempo
  • darci e ridefinire un obiettivo con noi stessi
  • dare un tempo all’altro
  • dare la possibilità di avere o ridefinire un obiettivo all’altro
  • cercare un accordo con l’altro
  • trovare un accordo con l’altro
  • accordare che un obiettivo non si può accordare in quel momento
  • cercare nuovi modi, più funzionali, per arrivare all’accordo, anche solo con noi stessi e crescere.

Saper tacere prima per poter riassumere poi e in poche parole, come Badoer ci insegna, tanti concetti che altrimenti potrebbero diventare un ammasso rumoroso di tante parole, senza significato o scopo. Perché comunicare non vuol dire, necessariamente, parlare ma sempre sapersi mettere in collegamento con noi stessi e con gli altri.

 

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