Alessandra Gentile

Immagina di esserti svegliato questa mattina ed aver letto sul calendario che oggi è mercoledì, 18 maggio 2022.

Sono passati due anni dal termine della Fase 1 causata dal Covid-19 e pensi che come oggi, due anni fa, la quarantena forzata finiva e iniziava la Fase 2, quella della ripresa, seppur in divenire:

  • Chi sei diventato a distanza di due anni e cosa stai facendo?

  • Quali azioni hai messo in atto per diventare chi sei oggi e fare quello che sei in procinto di iniziare?

  • Cosa hai dovuto, o sei riuscito, a lasciarti alla spalle per realizzarlo?

  • Cosa hai imparato da questi due anni?

Sì, lo so! In questo momento queste domande possono sembrare difficili e troppo fantasiose, ma vorrei lavorare con te per renderle utili e concrete, per il periodo a venire.

Noi tutti, di fronte al cambiamento, rimaniamo sempre spiazzati: come esseri umani viviamo in bilico tra il bisogno di certezze ed equilibrio e il desiderio di migliorare ed esplorare strade alternative. Sono due forze innate e contrapposte che generano difficoltà e fatica ma, se conosciute e sfruttate per quello che sono, ci aiutano a vedere ed affrontare le cose con prospettive sempre nuove.

Sì, anche quando il cambiamento è scelto attivamente da noi, ci crea qualche problema proprio perché ci richiede uno sforzo a cui non siamo abituati e che va in conflitto con la nostra zona di comfort.

Se pensiamo al Covid-19 possiamo di certo affermare che questo cambiamento non solo non lo abbiamo scelto ma che il suo impatto fortissimo si è fatto sentire tanto a livello individuale che globale: siamo stati tutti, seppur con situazioni di partenza molto diverse, sulla stessa barca. Adesso ci chiedono di scendere, singolarmente, e riprendere la nostra strada.

Già… ma qual era? E ci sarà ancora, dopo la tempesta?

Incertezza, paura, restrizioni alla libertà personale e problemi lavorativi sono stati il filo conduttore in questi due mesi e anche se ci viene detto che possiamo riprendere le attività regolarmente, sebbene ancora in punta di piedi, questo filo non è affatto spezzato e rischia di condurre le nostre scelte, sia nel futuro prossimo che più a lungo termine.

È importante sapere allora che quando si parla di gestione del cambiamento abbiamo sempre tre scelte:

  • possiamo resistergli, credendo di eliminarlo;

  • possiamo aspettare che passi o che qualcuno intervenga al posto nostro;

  • possiamo agire con uno sguardo rivolto alle evoluzioni future.

Non è detto che una escluda l’altra anche all’interno della stessa situazione, perché noi non siamo robot impostati su una solo programma, quindi è possibile che ci si muova tra queste tre opzioni in momenti diversi per trovare quella che crediamo ci calzi meglio.

Quando scegliamo di vestire una delle prime due e di non muoverci più da quella posizione, rischiamo di subire l’effetto scoglio: impossibilitati a muoverci e cambiare, verremo colpiti senza tregua dalle onde che alla lunga ci logoreranno o spereremo ci costruiscano delle barriere di protezione, che eviteranno l’impatto ma togliendoci la visuale aperta sul mare.

La terza opzione, invece, ci trasformerà nel suo opposto: diventeremo quell’onda e, come direbbe Jim Morrison, “infrangendoci contro gli scogli troveremo sempre la forza per riprovarci”.

La terza scelta ci farà capire che noi possiamo essere il mare, non più lo scoglio: saremo liberi di muoverci e di riprovarci, anche quando l’impatto non sarà come lo avevamo immaginato. Potremo cambiare direzione.

Per farlo ci serve quindi un’immagine futura desiderata che ci traghetti dal luogo in cui siamo e che oggi non ci fa stare bene a quello in cui vogliamo andare, che ci farà sentire che la tempesta è dietro di noi.

Si dice che tutte le strade portino a Roma ma è importante comprendere che l’esperienza che vivremo una volta giunti a destinazione dipenderà solo dal percorso che avremo fatto per arrivarci. Se l’avremo scelta potremo dare un senso ed un valore a tutto il tragitto, ostacoli ed intoppi inclusi. Viceversa lo sforzo sarà così grande e a tratti incomprensibile da non farci godere il risultato. O peggio, di non accorgerci neanche di esserci arrivati, a Roma!

Ecco perché vorrei tornare a quelle domande iniziali e guidarti in questo viaggio di scoperta:

Oggi, 18 maggio 2022, chi sei diventato? Cosa stai facendo?

  • Utilizza il tempo presente mentre ti racconti, perché ti aiuta a renderlo reale e più vicino a te, non ipotetico e immaginario.
  • Prenditi il tempo che ti serve e non farti disturbare: spegni tv e telefono e immergiti in questo lavoro di visualizzazione.
  • Usa il tuo canale preferito per dare forma a questo futuro desiderato: ti viene più facile disegnarlo? Scriverlo come un racconto o sotto forma di lista? Fare un collage con foto e immagini prese da una rivista?

Personalmente io preferisco scrivere, anche se per questo esercizio scelgo sempre di utilizzare un grande foglio da disegno e incollare immagini che simboleggino il mio obiettivo perché mi aiuta ad avere una visione d’insieme rapida e d’impatto.

Ad ogni modo l’importante è che tu lo renda vivo, non lasciarlo intrappolato nella tua mente, che per sua natura genera pensieri e interferenze confuse, che non ci lasciano un’immagine nitida e lineare.

Crea la realtà come preferisci e osservala.

Cosa vedi? Cosa hai fatto in questi due anni per arrivare dove sei oggi, mercoledì 18 maggio 2022?

La fortuna di vivere in questi anni è che la tecnologia e l’informazione anche gratuita a disposizione ci permettono di raggiungere persone ed informazioni molto velocemente. Il rischio se non focalizziamo la nostra attenzione su quello che ci serve è di perderci nella troppa informazione semmai e non il contrario.

Quindi guarda chi sei diventato e chiediti come ci sei riuscito:

Ti sei iscritto ad uno o più corsi? Hai creato una rete di contatti che ti ha permesso di muoverti verso il mondo che hai desiderato? Entrambi o altro?

Ricorda che sono passati due anni, quindi non hai avuto fretta di concretizzare tutto subito o contemporaneamente. La famosa Roma di cui parlavamo prima non è stata costruita in un giorno, il tuo progetto merita un tempo dedicato e calma per essere eseguito. Può anche essere che al termine dei due anni tu oggi sia a metà strada, o poco più.

Eppure hai visto quante cose sei già riuscito ad ottenere? Pensa se non avessi mai iniziato due anni fa!

Per poterci arrivare, oltre alle cose che hai fatto, quali convinzioni limitanti o azioni poco funzionali hai scelto di abbandonare?

È vero, noi ci affezioniamo alla nostra routine anche quando ci fa male perché la conosciamo e abbiamo imparato a conviverci.

Ma cosa potresti fare di nuovo o di diverso se ti concedessi di lasciarla andare anche solo su un apparentemente piccolo aspetto? In che modo voltare pagina ti potrà aiutare a raggiungere il tuo nuovo obiettivo? Preferisci rimanere dove sei sapendo che il tuo progetto rimarrà sempre lontano o vale la pena provare a mettere in pausa quella routine e vedere cosa succede?

Visualizza le cose che ti tengono fermo come lo scoglio che non ha scelta. Di nuovo: scrivile, disegnale, ritaglia da una rivista le immagini che per te rappresentano quei blocchi. Da quale vuoi provare a iniziare?

E adesso la parte più gratificante di questo mercoledì 18 maggio 2022:

Cosa hai imparato in questi due anni? Adesso che sei seduto a casa, al bar, ti trovi in un luogo di vacanza e stai facendo colazione pensando a questo periodo passato e a quello che sei diventato. Qual è la lezione più proficua che hai fatto tua? Visualizzala e fatti i complimenti, ce l’hai fatta.

Tieni queste 4 immagini, che sono le risposte a quelle domande, in un luogo dove da oggi potrai vederle ogni giorno. Sono il tuo progetto!

Il mio è appeso all’anta dell’armadio che apro ogni giorno per vestirmi, mi aiuta a far partire bene la giornata e a sapere dove sto andando per il luogo che ho scelto.

È ora di cominciare, il tuo 18 maggio 2022 ti sta aspettando!

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